Mio figlio ne va matto......così oggi gli ho promesso che gli avrei preparato le patate al cartoccio cotte nella brace.......per me poco lavoro e gtu sarà contento....
Queste sopra sono solo tre delle patate che mi accingo a mettere nella brace del caminetto, che vista la fredda giornata è acceso da questa mattina, sono patate nostrane per cui niente additivi per bloccare i "burin"....
Eccole posizionate nel caminetto, tra un paio d'ore saranno pronte..... di seguito riporto una breve documentazione storica della patata tratta da qui buona lettura
La PATATA o come meglio si chiamava dai tempi della sua scoperta, in Perù, i POMI DI TERRA.
Nel 1817 l'illustre botanico italiano dell'università di Modena FILIPPO RE (Saggio sulla coltivazione e su gli usi del Pomo di Terra..., Milano, per Giovanni Silvestri, 18817, p.5 e sgg.), datando la scoperta del prezioso tubero a poco dopo la metà del 1500 [oltre a fornire -a genti ancora inesperte- un basilare PRONTUARIO PER SERVIRSI DELLA PATATA IN ALIMENTAZIONE] mosse una serie di pesanti accuse ai ceti dirigenti italiani che relegarono, come una rarità, tale coltura negli orti botanici senza proporre un'oculata educazione degli agricoltori, in genere refrattari alle novità, anche ottimali come questa. Pregiudizi, superstizioni, timori irrazionali (che la pianta portasse malattie o fosse velenosa), avversione verso i gruppi dominanti (nella convinzione che volessero impoverire i contadini sostituendo a quella del grano la meno costosa cultura del tubero), ignoranza agronomica ed interessi particolari dei fattori fecero sì che la coltura delle patate si affermasse tardi in Italia e solo in occasione delle guerre di Napoleone quando la gente vide i genieri francesi coltivare e far mangiare il tubero alle truppe senza alcun inconveniente.
In Liguria poi la resistenza alla coltivazione del Pomo di Terra fu ancora più tenace specie perché i contadini, fin troppo esposti ai rischi delle fluttuazioni del mercato ed estremamente condizionati dalla limitatezza della terra a disposizione per colture alternative, rimanevano -come detto- tenacemente attaccati alla monocoltura dell'olivo accettando con rassegnazione, ma nella speranza di recuperi e quindi di una garantita sopravvivenza, i rischi delle malattie della pianta, delle carestie, dei saccheggi degli oliveti.
La Repubblica per convincere gli agricoltori liguri ad intraprendere questa nuova esperienza agronomica ricorse, ma senza grande efficacia, persino ad una Petizione dei Parroci, mediamente le persone più ascoltate dai contadini: in merito a ciò merita una segnalazione particolare il parroco di Roccatagliata di Neirone tale don Michele Dondero che più di tutti gli altri parroci credeva alla coltura della patata come un deterrente contro le carestie e ne esperimentava da tempo le tecniche colturali nonostante i villici ritenessero le sue investigazioni tacciabili di stregoneria.
Gturs,sono buone sì,le mangiavo da piccola,perchè vivevo in una casa col focolare,lo si chiamava così,allora.Buona cenetta!
RispondiEliminaFate conto che partecipi pure io.
Buoooooneeeee!
RispondiEliminami hai fatto venire una voglia matta!
chemagia preparle nel fuoco vivo..io mi devo accontentare del mio forno!!! mi metterò lì ad osservare
RispondiEliminaOttima proposta per chi ha il caminetto.
RispondiEliminaIo le preferisco cotte direttamente nella cenere anche se c'è un po di lavoro per pulirle.
Accompagnatele sempre con olio di oliva extra vergine di Ansa ed un pò di sale. Non male anche con il burro demi-sel
Noi, in famiglia, utilizziamo l'extra vergine da 3,89 euro il litro che acquistiamo nei supermercati. Dovrebbe essere biologico ma non ve lo garantisco.
io preferisco l'olio da Mara, ma per quest'anno mi devo accontentare.....ma è sempre di Isolabona, quello da 3,89€ lo lascio tutto a te :-))
RispondiEliminaBuone col burro oppure con olio di oliva, sale e un po' di origano...
RispondiEliminaMi sono incantato a guardare le foto del caminetto acceso...e poi ho realizzato che c'erano pure le patate!
RispondiEliminaCome capisco (e invidio un pochino) tuo figlio!
Ciao,buona serata!
Che belle immagini e che buone le patate col formaggio fuso!
RispondiEliminaumh...io è da un pò che non le mangio... mi hai fatto venire l'acquolina in bocca!
RispondiEliminaDieci anni fa sono riuscita per due anni a mangiare macrobiotico con lo splendido risultato di perdere venti chili. La mecrobiotica demonizza le solanacee e in più attribuisce loro la responsabilità della riduzione e della scomparsa nei secoli di ricchi cereli.
RispondiEliminaCosì il mio rapporto con le patate non è dei migliori: le mangio volentieri solo a Pigna, coltivate da mia suocera, di taglia medio piccola, bollite e condite così bene da lei, oppure nella pasta di patate (sempre a Pigna. Nel cartoccio sono buonissime, ma è tanto che non le mangio. E' comunque vero che della patate ne faccio un uso ridotto.
P.S: ho fatto un pò di rodaggio su goodvalley e ho trascurato gli altri, mentre tu sei stata utilissima e presente. Venire sul tuo blog, a volte, è per me complicato perchè ho poco tempo ed essendo che ci sono molte foto ci mette molto ad aprirsi: chiedo scusa e sarò più presente d'ora in poi!
Quelle patate devono essere veramente una delizia!! Il cibo cotto alla brace ha sempre un sapore migliore....
RispondiEliminaciao
Maria Rosa
mia nonna le faceva con la buccia;
RispondiEliminaste patate sono veramente una specialità.
Quando c'era ancora mio nonno le faceva lui le patate sulla brace con la buccia. Succedeva il giorno della raccolta che avveniva attorno alla Maddalena, 22 luglio. Venivano mangiate intinte in olio aceto e sale.
RispondiEliminaLe ho preparate ieri sera. Avevo il caminetto acceso dalla mattina e quidni c'era parecchia brace.
RispondiEliminaPer assaporarle meglio è perfetto mettere burro salato ed un po' di olio extravergine di oliva. Volendo, acquistare del formaggio da "raclette" pretagliato (io lo compro di solito in Francia - Saveur d'antan - o quello insaporito con il pepe)o anche pecorino toscano con tartufo (prelibato!!). Farlo sciogliere nell'apposito formello per Raclette e, quando è fuso, coprire la patata cotta nella brace. Buon appetito e serata!
Ciao Roberta, partendo dalle patate alla brace che il tuo post mi riporta alla mente, potrei farci mezzo romanzo.
RispondiEliminaIntanto io ho sempre mangiato solo quelle coltivate in famiglia. Per tanti anni le abbiamo cucinate nella stagnola, nel fuoco fatto alla sera in spiaggia di fronte al mare, tra amici a parlare di politica, futuro e della vita in genere. Ora gli amici si sono dispersi e capita di rado che cuciniamo le patate alla brace, quando accade mi ritornano in mente quelle di allora con l'inevitabile granello di sabbia che finiva in bocca.
grazie ti auguro una buona serata