sabato 4 aprile 2009
I Sempugni, Sonchus Oleraceus
Aggiunta di Domenica ore 10,50.
A vista questa pianta sembrerebbe tante altre, il Tarassaco, la Catalonia, la Ruchetta selvatica, la Cicoria......ma il suo fiore la identifica in quella che ho descritto ieri.
Qui potrete vedere il fiore.
Questo che ho descritto è il Grespino comune, esiste anche la varietà spinosa ma non è quella raccolta perchè il suo fiore, come dice Rino, ha caratteristiche diverse, il suo bocciolo ha un colore più violaceo, e presenta vere spine, la foglia è lucida e spinosa, caratteristiche non riscontrate nei Sempugni.
La Ruchetta ha un fiore giallo ma piatto, il Tarassaco fa un fiore singolo molto simile a questo, la Cicoria, ha un fiore azzurro.......
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Tempo fa avevo fatto cenno di un'erba spontanea che mia suocera aveva raccolto per farne dell'insalata, quella che in dialetto chiamano Sempugni.
Mi è stato veramente difficile risalire al nome scientifico e rintracciare la sua scheda botanica, finalmente oggi ci sono riuscita grazie ad un esemplare che sempre lei mi ha portato sradicato e completo di fiori.
Non si tratta di una pianta nobile, in certi casi la si definisce infestante.
Si tratta del Crespino o Grespigno comune.
Famiglia delle COMPOSITAE
Nome latino SONCHUS OLERACEUS
Frequenza ABBONDANTE
Organo edule FOGLIA
Modo di preparazione CRUDA COME INSALATA MISTA INSIEME ALLE ALTRE ERBE – BOLLITA- CONDITA CON OLIO E SALE
Pianta conosciuta nel cinquecento.
Qui una breve descrizione, mentre qui potrete trovare alcune ricette con le erbe spontanee e a pagina 23 una con il Grespigno o Sempugni .
Qui invece una scheda sull'uso delle erbe spontanee dalla preistoria a oggi.
Finalmente mi posso dichiarare soddisfatta della mia ricerca, dimenticavo nella borsa mia suocera aveva delle altre erbe, per lei nativa della località Treixe è normale raccoglierle, è un istinto innato......e come citato nelle memorie di Giò Antonio Cane ordinate al figlio Francesco, durante una carestia quelli di Treixe patirono meno la fame........
6 commenti:
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Come invidio chi conosce le erbe spontanee commestibili: piacerebbe tanto anche a me saperne di più... intanto ti seguo|
RispondiEliminaSembrerebbe quella che mia mamma chiamava "catalogna" un'erba commestibile spontanea,cotta bollita " a l'é amara cume u velen".A me non piace per niente.
RispondiEliminaCiao Roberta, buona domenica.
grazie per questo prezioso post...che bello trovare le erbe, trovare il cibo in questo modo! un baciotto
RispondiEliminaEcco l'importanza dei fiori nell'identificazione di un nome botanico, ma spesso, all'interno della stesso genere, o addirittura della stessa specie, vi sono mutazioni tali che bisogna entrare nei particolari riproduttivi, be', allora, la cosa si fà davvero interessante.
RispondiEliminaIn ogni modo, complimenti, è stata una bella ricerca.
Rino, sinceramente.
A me sembrano foglie di tarassaco, per noi, in dialetto, "pairìn"...
RispondiEliminaanche se di primo acchito ho pensato anch'io alla catalogna. Quest'ultima, è vero Filo, è molto amara, ma bollita e saltata in padella con aglio olio e peperencino è meravigliosa.
Se poi non è nè l'una nè l'altra vuol dire che non la conosco...
Mi sembra di riconoscerla. Giù in Salento le piantine, che crescono spontaneamente nei campi e ai margini delle stradelle di campagna, sono conosciute come cicorelle selvatiche. Leggermente amarognole, ma squisite. Si possono preparare in vari modi. Mia madre le sbollenta nel brodo di manzo e le cosparge di parmigiano. Una bontà, se si tratta della stessa pianta, ma sembrerebbe di sì perchè hanno lo stesso fiore giallo in comune...
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