Francesco Biamonti
Due giorni dopo il tempo era mutato. Entrava un'aria fine, piena di ombre e di tremoli d'argento.
Edoardo ripuliva l'area di caduta delle olive: ben presto si sarebbero dovute stendere le reti. Era con Sirio, un suo compagno. Sirio aveva fatto un po' di carriera nella marina da guerra e per passare il tempo lavorava in nero. Erano nati degli arbusti, lentischi, allori e alaterni, e li toglievano col picco.
- Mi rincresce. Sarebbero belli.
- Imbarazzano, e crescono a spese degli ulivi.
- Sui margini si potrebbero lasciare.
- Togli tutto, ce n'è tanti nel bosco.
- Piacciono dentro ai vasi.
- A chi?
- Alle donne.
- Non certo a quelle che andavano a segare il fieno sulla montagna.
- Hai una strana visione delle falciatrici, delle nostre madri.
- Ogni tanto sul mare me le vedevo davanti e mi dicevo:
hanno fatto una vita peggiore della nostra. Tu non ci pensavi?
- in questo momento non mi viene in mente, -disse Edoardo. Gli venivano in mente tante altre cose, ma non quel ricordo.
Entravano soffi più forti e vagavano ombre argentate.
Sirio era un lavoratore scrupoloso; e nella foga calpestava minuscoli fiori che, nella loro tinta, facevano concorrenza al cielo.
- Fa con calma.
- A novembre dobbiamo abbacchiare: stanno già uscendo le mosche dal verme di San Luca. Meglio prendere le olive acerbe che punte. O vuoi prenderle come Dio le manda?
Le ombre argentate si posavano sugli alberi, poi ripartivano. Passavano nuvole traforate, resti di cirri davanti al sole.
- Sta per venire il vento da ponente.
- Non è un vento freddo.
- Forse stasera piove.
- Se il tempo ci lasciasse finire questo lavoro.
- A me piace sempre quando piove. Mi sembra di bere insieme agli alberi.
Francesco Biamonti
Il silenzio, Torino, Einaudi 2003
Il dialogo, dai riflessi bucolici, tra il protagonista de " Il silenzio" Francesco Biamonti e un suo collaboratore al lavoro tra gli ulivi. Notazioni paesaggistiche e umori meteorologici individuano ancora una volta il palcoscenico ligure-provenzale della narrativa di Biamonti, perfetto equilibrio di lirismo estremo e di rigoroso naturalismo. Fu del resto lo stesso editore Einaudi a voler accreditare per lui l'immagine di scrittore contadino e di coltivatore di mimose.
Da la Casana n° 1 gennaio/marzo2009 Banca Carige.
Questa estate mi sono ripromessa di leggere Biamonti, lo scrittore che meglio di tutti ha saputo dipingere con le parole il nostro territorio.
venerdì 29 maggio 2009
8 commenti:
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Grazie di averlo segnalato. Non conoscevo l'autore. "Il silenzio" è una lettura che inserirò tra quelle estive.
RispondiEliminaCiao, Rob!
Buona lettura, Roberta.
RispondiEliminaSecondo quanto hai postato, pare una lettura interessante. Ci racconterai...
RispondiEliminaCiao!
Nemmeno io lo conoscevo, ma in questo periodo tutto ciò che mi riporta alla "terra" mi coinvolge.
RispondiEliminaSeguirò la tua segnalazione.
:-)
Eccezionale dialogo. Conosco, solo di nome, Biamonti, ma non ho mai letto nulla. Chiedero' alla mia libraia di procurarmi uno dei suoi libri.
RispondiEliminaGrazie.
Buona notte
Vale
Felicitazioni, Roberta!
RispondiEliminaMa come hai fatto?
bellissimo stralcio di vita...grazie
RispondiElimina@stella, non capisco a cosa ti riferisci....adesso ti invio una mail, perchè la curiosità è ptroppa!
RispondiEliminaBaci