venerdì 25 settembre 2009
Cosa successe quando i Doria "finalmente " furono cacciati.
Qualche tempo fa vi parlai di cosa successe a Isolabona quando Napoleone venne deposto e mandato in esilio.
Nel 1815 ci fu finalmente la cacciata dei Doria ed essendoci stata l'annessione della Liguria al Regno di Sardegna, ci furono dei cambiamenti.
I rapporti tra i comuni limitrofi non furono facili anche per vecchi disaccordi, alcuni nobili rivendicavano assurdi privilegi e l'entrata in vigore della leva obbligatoria non fu certo d'aiuto alle famiglie, ma grazie a un gioco molti la evitarono.....
Quelle riportate di seguito sono alcune testimonianze raccolte da Marino Cassini che mi ha gentilmente concesso in uno dei nostri incontri.
Da una ricerca di Marino Cassini
[...]
Nel 1815 la Liguria fu annessa al Regno Sardo. I Doria perdettero il feudo e i titoli nobiliari, divenendo semplici cittadini. Ciononostante essi mossero lite a Dolceacqua, Isolabona, Apricale e Perinaldo reclamando il pagamento di antichi privilegi. La Regia Camera dei Conti, con sentenza del 4 gennaio 1817, diede loro ragione e i comuni dovettero pagare, versando il 12% dell’olio prodotto, oltre alle sanse.
Altra lite per il riconoscimento di antichi privilegi avvenne tra il comune di Isolabona e il marchese Corvesi Lascaris di Gorbio per abuso di pascoli nella bandita d’Oltre Nervia. Erano gli ultimi sussulti di una nobiltà restia a rinunciare ad assurdi privilegi.
Tra i comuni, dopo secoli di liti, iniziarono rapporti più distesi e intervennero accordi per la divisione di terre, di pascoli e di boschi. Risale al 1869 una offerta da parte del comune di Isolabona a quello di Apricale del bosco di Osaggio in cambio del territorio di Veonixi e della zona della Castagna. Apricale accettò, facendo però notare che il cambio non era per loro vantaggioso e, pertanto, richiesero quale conguaglio una parte del bosco di Bunda.
L’amministrazione sabauda portò cambiamenti come l’uniformità di pesi e misure e, cosa non certo piacevole per le famiglia che si reggevano in particolar modo sul lavoro dei giovani, il servizio militare obbligatorio che veniva a togliere braccia valide al lavoro dei campi.
Per venire incontro a tali esigenze il governo applicò un espediente particolare: i giovani di leva ritenuti abili, prima di partire, estraevano a sorte un numero. Se questo era al di sopra di un numero prestabilito, ritornavano a casa; in caso contrario partivano. Fino a qualche decennio fa, quando qualche giovane si recava alla visita di leva, i vecchi dicevano "U va a tirää" (Va a tirare, nel senso di estrarre da un'urna). Dal manoscritto Cane, in seconda di copertina si legge:
"mio figlio Gio Antonio e nato nel 1792.
nel 1812 li 9 Genaro hanno dato il biglieto del aviso per la requizisione [visita di leva] e stato amisurato in casa del Sig. Gavin.
li 3 febraio e andato al tiraggio in Dorciaqua e ha tirato il numero 59.
Il 13 è passato al Consiglio di Reclutement in Nizza e stato rimandato.” [...]
Conoscere il nostro territorio anche attraverso queste testimonianze lo trovo importante, non sapevo che Veonixi appartenesse agli apricalesi, come mi sono sempre chiesta come mai Apricale fosse proprietario di una parte del bosco di Bunda, adesso capisco.
7 commenti:
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Eccellente, questa è memoria storica, questo è ricordarsi del passato, di quel passato che ancora oggi vive nel nostro sangue, nelle nostre decisioni, nel nostro presente.
RispondiEliminaEd è per tal motivo che lotto e mi affanno, oramai da ben cinque anni, attraverso blog, forum e social network, a insistere sulla Storia, sul conoscere il nostro passato, sull'importanza di una coscienza storica nei giovani e nei meno giovani.
Non perdiamo il contatto con i fatti di ieri, non perdiamo la voglia di curiosare, non perdiamo le nostre radici, giacché un albero senza radici è privo di linfa vitale.
Complimenti Roberta, continua così.
Un abbraccio.
Rino.
"Assurdi privilegi", e la frase che mi ha colpito di più in questo bel testo.
RispondiEliminaLego sempre volentieri i tuoi post Roberta, la Storia è patrimonio.
Buona fine settimana!
Condivido il pensiero di Rino. La memoria storica è importantissima per comprendere da "dove veniamo" e per operare scelte sostenibili per il futuro della comunità in cui viviamo.
RispondiEliminaMolto interessante la ricerca di Marino Cassini.
Un caro saluto.
annarita
E quindi, come già scrissi su questo blog, quel grande cartello "Terra dei Doria" all'inizio del territorio di Isolabona dovrebbe essere rimosso. Non solo rimosso, ma bruciato tra canti e balli di gioia e maledizioni verso quella stirpe che vessò i nostri avi per secoli.
RispondiElimina@alberto come sai ho scritto più volte come la penso sui Doria e su quel cartello.....al grido " Isolabona terra dei Doria? No grazie!
RispondiEliminaPurtroppo quotidianamente mi scontro con la realtà e parlando con chi ci rappresenta in comune mi sento dare delle risposte assurde come ad esempio:
" è solo un fatto pubblicitario......"
Alla faccia della memoria storica!
Che belli e interessanti post che metti nel blog. Vedi come si spiegano certe storie. Sei grande!!!!!!!!
RispondiEliminaBuongiorno, mi puoi dare maggiori informazioni sulla famiglia Corvesi?
RispondiEliminaFaccio ricerche da tempo ma scarsi risultati.
Grazie per l'attenzione