Tabernacolo del 1400 |
Questo pomeriggio sono ritornata in chiesa per ri-fotografare il Tabernacolo che vi ho presentato nel post precedente. Le immagini scolpite rappresentano la Deposizione di Cristo, un bambino e San Paolo con la sua spada. Qui venivano riposti i tre Oli Sacri: quello Battesimale, San Paolo; quello Cresimale, il bambino e quello degli Infermi, Cristo. Ho fatto qualche passo avanti per quanto riguarda la data mentre per l'artista che lo ha eseguito ho solo alcune supposizioni ancora da verificare. Le notizie me le ha date Franck Vigliani che tramite e-mail mi ha scritto: |
"Ciao questa lapide è del 400. C'è la data in basso. Molto interessante. Mi diceva un amico storico che era forse della bottega dei De Lancia. Da verificare. Ci sono cose simili a Taggia."
I De Lancia erano lombardi attivi a Taggia che nel 1462 con il loro scalpello, crearono molte incisioni su pietra nella zona. Ciò che mi ha scritto Franck Vigliani, che di lavoro svolge l'attività di restauratore di opere d'arte e ricercatore araldico, mi è stato confermato dal nostro parroco questa sera. Il Tabernacolo, venne ricoperto da uno strato di pittura che durante l'ultimo restauro della chiesa fu rimosso. Chi lo ripulì, gli attribuì questa data. La scritta che pensavo essere latino, è in realtà la data scritta con simboli romani. Trovandosi in una posizione molto poco illuminata, non credo si possa leggere chiaramente sulla fotografia. A questo punto è doverosa una riflessione. Se la data è il 1400 e la nostra chiesa ha iniziato ad essere costruita nel 1580, molto probabilmente fu portato li da un'altra chiesa. La chiesa più antica della nostra comunità è quella cimiteriale dedicata a San Giovanni Battista, la stessa dove è presente l'affresco del 1500 del Battesimo di Cristo , che arrivi da li? Ecco un altro quesito a cui non sarà facile dare una risposta.
Aggiunta di sabato 30 aprile 2011
A seguito del commento lasciatomi da Ponentino, provvedo ad inserire l'immagine da lui segnalata. Foto reperita qui
Ponentino scrive:
Effettivamente questa tipologia di repositorium per gli oli sacri è ampiamente rappresentata negli edifici religiosi del ponente, al massimo può cambiare il materiale, come dimostra (esempio fra tanti) il tabernacolo di ardesia nell'antica pieve medievale di San Maurizio (ora Santuario del Buon Consiglio) di Riva Ligure, proprio nella zona di Taggia, che sebbene più "piatto" e "rigido" del tabernacolo marmoreo di Isolabona, ne rispecchia esattamente la struttura compositiva (anche se speculare)
Direi che la spiegazione non fa una grinza.
RispondiEliminaEffettivamente questa tipologia di repositorium per gli oli sacri è ampiamente rappresentata negli edifici religiosi del ponente, al massimo può cambiare il materiale, come dimostra (esempio fra tanti) il tabernacolo di ardesia nell'antica pieve medievale di San Maurizio (ora Santuario del Buon Consiglio) di Riva Ligure, proprio nella zona di Taggia, che sebbene più "piatto" e "rigido" del tabernacolo marmoreo di Isolabona, ne rispecchia esattamente la struttura compositiva (anche se speculare)
http://img822.imageshack.us/f/rivaw.jpg/
Scrivendo che "La scritta che pensavo essere latino, è in realtà la data scritta con simboli romani" intendo dire che non si tratta di una parola o di una frase ma di numeri che ovviamente appartengono sempre alla scrittura latina.
RispondiElimina@Ponentino, grazie per aver segnalato questa immagine.
RispondiEliminaA presto.
molto interessante avere aquisito notizie storiche, comunque rimane sempre un'opera meritevole. brava per avercela fatta conoscere.
RispondiEliminamolto bello è anche il dipinto restaurato da poco!!! buon sabato!
la c di acquisito è rimasta sulla tastiera, me ne sono accorta mentre inviavo... rimedio subitissimo... ciao!
RispondiEliminaInteressanti documenti, Roberta.
RispondiEliminaAlcune piccole piccole integrazioni: ho forti dubbi che si tratti di San Paolo, bensì di San Martino, il cui culto era particolarmente diffuso in ambito benedettino ed è qundi ampiamente rappresentato nel nostro territorio. Tra i simboli di San Martino si annoverano il mantello e la spada con cui lo divise per darne metà al povero. Il santo sulla detsra è senza dubbio San Sebastiano alla colonna.
RispondiEliminaE' vero che l'attuale chiesa parrocchiale di Isolabona risale alla fine del XVI secolo, ma è certo che vi fosse una cappella preesistente, o sullo stesso sedime o forse (e io propendo per questa ipotesi) all'interno della cinta castrense.
Era normale all'epoca il riutilizzo di ogni parte recuperabile, compresi arredi e opere d'arte.
Non so, dire che che si tratti di San Martino non me la sento, da queste parte a lui non è dedicata neanche una cappella o toponimo mi sembra, vedo meglio San Paolo...la prima cappella o chiesa della comunità di Isolabona sorgeva fuori l'odierno abitato ed è quella cimiteriale di San Battista
RispondiEliminapresto mi incontrerò con il nostro parroco per discutere degli elementi raffigurati.
Bella questa discussione.
Riguardando le immagini di questo post sono sempre più convinto di quanto ho ipotizzato.
RispondiEliminaL'iconografia dei santi e dei simboli della religione cristiana è un campo affascianante ma complicato. Ad esempio la figura del tabernacolo rappresenta un personaggio giovane, mentre San Paolo è sempre rappresentato piuttosto anziano e fornito di lunga barba, mentre San Martino di Tours era un giovane ufficiale romano convertitosi al cristianesimo.
era molto venerato in ambito benedettino, perchè considerato il primo fondatore di una comunità ascetica nell'ambito del cattolicesimo occidentale (Ligugé, IV sec d.C.), a cui S. Benedetto si sarebbe ispirato nell'istituzione del suo ordine monastico.
I benedettini ebbero un ruolo importantissimo nella storia altomedevale della Liguria occidentale, che si trovava al centro dell'area di influenza di quattro importantissimi centri monastici di quell'ordine: Lerino, Gallinara (isola in cui la leggenda dice che San Martino si fosse rifugiato e che sarà poi sede di un'abbazia dei monaci benedettini di San Colombano di Bobbio), Santo Stefano di Genova (che in zona fondarono Santo Stefano al Mare) e Pedona (l'odienza Borgo San Dalmazzo, che aveva possedimenti soprattutto nell'alto entroterra e in Valle Argentina).
Spero che il vostro parroco possa darti informazioni qualificate a riguardo!
Hai ragione, da un argomento un po' -diciamo così - "di nicchia" possono emergere discussioni interessanti. Spero in una prossima puntatta a Isola di fare una capatina a Santa Maddalena (altra santa su cui ci sarebbe da scrivere un libro sulla sua importanza nella nostra provincia, che Dan Brown dovrebbe riscrivere il finale del Codice da Vinci e ambientarlo nel ponente ligure!!!...)
@Ponentino, non riesco a starti dietro, parlare dell'iconografia dei Santi mi risulta molto difficile. Appena riesco porterò al nostro parroco la fotografia e le tue riflessioni...staremo a sentire la sua opinione.
RispondiEliminaLa statua della Maddalena è stata recentemente restaurata, le hanno tolto quello squallido oro. A presto.
Avevo azzardato anche io l'ipotesi che il santo sulla sinistra fosse san Martino per la presenza della spada e del mantello, anche se talvolta nella iconografia più ricorrente è rappresentato a cavallo. L'iconografia di san Paolo mi sembra abbastanza distante da questa. Concordo inoltre sul culto di San Martino in zona e non bisogna andare molto lontano per trovarne un esempio, infatti sulla confluenza del Barbaria con il Nervia è presente una cappella dedicata appunto a questo santo. La versione attuale di questa cappella è barocca ma l'impianto è certamente più antico. Era certamente una cappella importante per la popolazione del luogo dato che sorgeva all’inizio della antica mulattiera di San Martino o di Marcora, utilizzata una volta come importante via di collegamento di Dolceaqua con la val Roia passando per Rocchetta Nervina molto frequentata fino praticamente a tutto il XIX secolo anche dai mulattieri di Isolabona. Sulla identità dell'altro santo mi sembra che non possano esserci dubbi attribuendo quella figura a San Sebastiano.
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