Dopo la prima grande guerra si assiste a un cambiamento delle fortificazioni di difesa. L'artiglieria pesante si è trasformata e la necessità di predisporre nuove difese si fa sempre più forte. Le terre di confine come questa in cui vivo, saranno tra quelle che subiranno le maggiori pressioni logistiche. Tra il 1928 e il 1934 con la Linea Maginot, si assiste alla massima esaltazione di queste opere, infatti, molte nazioni europee iniziarono la costruzione dei loro bunker.
Il vero cambiamento consiste nel fatto che questi forti si svilupparono sotto terra per meglio resistere ai colpi dei calibri d'artiglieria. Passeggiando oggi nei boschi, non è difficile incontrare i resti di queste costruzioni come non è difficile individuare le bocche di fuoco delle casematte. Più difficile è trovare per alcune di loro la porta d'accesso. Alcuni, quelli in territorio italiano, furono danneggiati con potenti detonazioni alla fine della seconda guerra mondiale dai francesi. Quello che ho visitato appartiene oggi alla Francia e faceva parte del V° Settore del Vallo Alpino e più precisamente a Sandérau.
Trovarsi a guardare fuori da un bunker la fitta vegetazione, ci fa riflettere su come in circa 60/70 anni questa sia mutata. Di seguito alcune fotografie che ho scattato.
Entrata |
Bocca di fuoco a difesa dell'entrata |
Interno, ben visibili i segni delle detonazioni che hanno divelto le porte |
Interno |
Il particolare che vi ho presentato nel post precedente, si riferisce a una bocca di fuoco della mitragliatrice e più precisamente a quella di difesa
Non ero molto convinta ad entrare...poi mi sono fatta coraggio e armata di lampada ho fatto un bel respiro e mi sono incamminata. L'ambiente si è presentato "sano", nessun segno di umidità, nessun crollo, le uniche crepe presenti sono quelle nell'intonaco della volta in prossimità delle porte interne divelte, le pareti sono ancora tinteggiate di un bel bianco con uno zoccolo di circa 30 centimetri color rosso porpora. Non ho incontrato pipistrelli ma altre creature di cui prima o poi vi parlerò. È stata una passeggiata interessante alla scoperta di un mondo sotterraneo artificiale, altri molto più grandi sono visitabili, prima o poi ci andrò.
Altro bunker mimetizzato con le pietre |
Interessante visita... Mi piace andare alla scoperta di questi luoghi di storia semi dimenticati...
RispondiEliminaCiao Roberta, anzitutto complimenti per il nuovo vestitino, molto solare!
RispondiEliminaOttima descrizione di una realtà che anche in Piemonte ha lasciato il segno, casematte e fortificazioni come quella che hai visitato le ho viste anni fa in val di Susa, se ricordo bene verso il Moncenisio - terra di confine, naturalmente - e oltre ancora sullo Chaberton , con la fortezza più alta d'Europa, ora in territorio francese.
Ottimi gli scatti, anche questa è una realtà che non va dimenticata...
Buona serata.
Se hai occasione visita il forte Barbonet a Sospello. Dentro ci sono ancora arredi, letti da infermeria, cucine,gallerie...una città sotterranea.
RispondiEliminaCiao Roberta
Sui bunker costruiti dalle nostre parti tra le ultime due guerre credo che le storie degli uomini che di li' sono passati siano, purtroppo, andate in gran parte disperse nel vento.
RispondiEliminaSei stata brava Roberta, complimenti!
RispondiEliminama che bella passeggiata....un bacione
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