mercoledì 25 marzo 2009

Da Bajardo a Isolabona a piedi per vendere le pere......


Aggiunta delle 16:12.

Alberto mi ha inviato le fotografie relative alla giornata in cui fu data ad André Cane la cittadinanza onoraria di Isolabona.
Lo vediamo seduto al centro vicino ad Alberto.
Alla destra di Alberto, Paolo Veziano, in piedi l'allora Sindaco Dott. Veziano Danilo.
Grazie per il prezioso contributo.
Di André Cane parlerò ancora perchè un personaggio così illustre merita sicuramente molto più spazio.

L'amico Paolo Veziano, mi ha dato parte del libro scritto dal Adré Cane, "Au fil de la Nervia".
André Cane è stato uno storico originario di Isolabona che ha vissuto a Beaulieu-sur-mer la maggior parte della sua vita.
In questo libro racconta ciò che succedeva nella vita quotidiana del primo novecento, e lo fa come narratore cioè descrive quello che vede dalle finestre di casa oppure dal suo balcone, tribuna d'eccezione perchè la sua abitazione era ed è tuttora posta in una zona dove si può vedere sia la fontana che il ponte vecchio.

Le pagine sono scritte in francese, ho tradotto un piccolo pezzo che vorrei condividere con voi.
Si tratta del racconto annesso al paragrafo dedicato alla fontana, l'autore descrive scrupolosamente tutto ciò che avviene nella piazzetta dove è sita, e racconta diversi episodi.

Di André Cane

La piazzetta si animava la domenica mattina.
Accoglieva i "Baiochi", gli abitanti di Bajardo che scendevano dal loro lontano paese per vendere le loro pere, a metà dell'estate.
I loro frutti profumati, riempivano dei profondi corbini che si bilanciavano ben aggiustati su un grosso mulo.
Non facevano il mercato sempre, ma scendevano quando il prodotto era maturo.
Posavano i corbini per terra perchè la gente potesse scegliere la frutta al prezzo più basso possibile.
Avevano la concessione di mercato occasionale fino alla tarda mattinata.
Alla fine del loro lavoro andavano all'osteria vicino a Bernardin per rinfrescarsi velocemente.
Fissavano i corbini vuoti al mulo e riprendevano, sotto il sole cocente, il loro lento e penoso cammino di ritorno.
I pochi soldi che facevano venivano messi in una borsa di pelle di capra, unica ricompensa sciccosa di una lunga serie di sforzi.

Ho fatto leggere queste pagine a mia suocera e molti episodi descritti, lei stessa se li ricorda così.
Quelli che non ricorda è perchè sono antecedenti alla sua nascita.

Come ho già detto più volte, la storia di questo borgo merita di essere conservata, l'identità di una comunità va preservata, anche questi ricordi fanno parte della nostra storia!!!

Io faccio cosa e come posso, non è il mio campo lavorativo.

Chi lo deve fare?

Che Isolabona si sia trasformata in un paese dormitorio, già lo avevo detto, ma oggi mi va di ripeterlo non si sa mai che qualcuno che mi legge ma non comunica, colga la palla al balzo e nel programma delle prossime elezioni............

12 commenti:

  1. André Cane, a cui, ancora vivente, fu intestata una via e una bibloteca a Beaulieu-sur-mer, fu il più grande storico della Costa Azzurra. Ogni tanto veniva al paese e andavamo a mangiare "da Bruno". All'entrata della sua villa in Francia aveva fatto murare un pezzo di pittura muraria della cappelletta sul ponte ponte vecchio che aveva recuperato tra le macerie delle stesso ponte fatto saltare dai tedeschi. Sotto nostra indicazione fu fatto cittadino onorario di Isolabona. Conservo parecchie lettere che mi scrisse.

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  2. Bel post Roberta.
    Ognuno di noi cerca di portare avanti le tradizioni del proprio territorio,sperando che non vadano perdute.
    Certo che la storia siamo noi a farla,ma giustamente non si deve essere da soli,le voci vanno ascoltate e fatte proprie da chi è stato (o sarà) delegato a rappresentare i cittadini!

    Un caro saluto.

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  3. Mi piace leggere di antiche storie e tradizioni. E' un legame che ci salda alla nostra terra, alle nostre radici.
    Bel post!

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  4. Molto bello leggere queste testimonianze: anche io credo molto nell'importanza di conservare memoria di quello che è stato nei posti dove viviamo o siamo nati, storie anche molto semplici, come questa dei venditori di pere che però contengono le nostre radici.
    brava Roberta!
    bacioni

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  5. Bellissima la parte che hai condiviso con noi....
    hai ragione, anche secondo me le tradizioni devono essere tramandate e mantenute in vita, la storia siamo noi...
    un grande abbraccio, a presto
    Maria Rosa

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  6. certamente leggerò questo documento agli alunni che va ad aumentare le loro conoscenze sulla vita dei nostri avi, infatti questo "passo" va ad ampliare il programma didattico di questo periodo. grazie mille.
    averlo saputo! siamo stati da poco a beaulieu, potevamo fare una ricerca, magari la villa di Cane era vicino alla stazione e potevamo vederla, ce la immagineremo!!!

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  7. @tutti, grazie per i vostri commenti perchè mi danno la conferma della mia tesi.

    Mai dimenticare la Storia!!!
    Sia che essa appartenga a una Nazione o ad una piccola comunità!
    La storia e', come dice Gaspare Armato (Rino) in risposta ad un mio commento:
    "Roberta: grazie per il tuo contributo. La storia è la somma delle storie locali, di quelle storie che, certe volte, hanno trasformato e rivoluzionato uno status quo, quelle storie di cui dobbiamo sempre tener conto per valutare un quadro generale. E leggere di una piccola ma significativa realtà come Isolabona (nel ponente ligure, vicino Sanremo e Bordighera), aiuta a definire un mosaico."
    Ancora grazie

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  8. vorrei tanto leggere il libro di Andrè peccato che è in francese

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  9. @vera, è bello leggerti!
    Non ti preoccupare, farò "fare" perchè il mio francese è pessimo, la traduzione, poi te ne darò una copia, almeno della parte che posseggo.
    Ciao e a presto

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  10. Molto interessante, Rob. Non posso che concordare con la riflessione di Rino. Le storie locali rappresentano i puzzle di un mosaico più grande, chiamato Storia.

    E' bello quel che fai su questo blog, ma altri, altrove preposti, dovrebbero fare la loro parte.

    Ciao, Rob.

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  11. grazie non vedo l ora di leggere

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