Mi capita molto stesso di scontrarmi con mio figlio parlando di risparmio......e non solo di quello energetico ma anche quello relativo ai beni di consumo come ad esempio quelli alimentari.
Far capire ad un bambino di undici anni la parola risparmio non è facile ma ci proviamo praticamente tutti i giorni con la speranza che, sentendoselo ripetere in continuazione, prima o poi lo applicherà......
Oggi, nonostante la bella giornata, ho deciso di non prendere il sole, sarà anche per colpa della novità di facebook, ho trovato alcuni lontani cugini sparsi qua e la tra l'Italia e l'Inghilterra, ho girovagato un po' per il web......ho riletto il sito della compagnia di ventimigliusi e nella sezione dedicata alle usanze e consuetudini, ho trovato quella riportata qui sotto che vorrei condividere con voi...... anche perchè le usanze sono un paragrafo molto importante sullo studio della cultura popolare.
Attraverso le usanze, a volte, si possono capire meglio intere popolazione, perchè dimenticarle?
Mi piacerebbe raccogliere notizie sulle tradizioni di Isolabona legate alla quotidianità, proprio come questa che riguarda Ventimiglia......
Isolabona, castello
Dal sito compagniadiventimigliusi
[...]
Nell’Ottocento, la preziosità dell’olio d’oliva sosteneva l’economia delle famiglie produttrici, con la vendita d’ingenti quantitativi e sovente con la loro esportazione.
Per risparmiare, quindi, sul consumo famigliare, l’uso dell’olio era, per così dire, razionato attraverso l’uso dello strunchétu, del quale era attrezzata l’oliera da tavola.
Si trattava d’un bastoncino di legno, ben levigato, che intinto nell’oliera serviva a determinare la dose personale da usare sulle pietanze.
Nei giorni feriali, ogni commensale poteva intingerlo una sola volta nell’oliera, mentre nelle festività, poteva farlo due volte.
A Natale, a Pasqua e a San Secondo il bastoncino veniva sostituito con una piuma di gallina, notoriamente più trasportante.
Di questa usanza rimane un detto popolare: «Besögna fa’ cume i veci d’i veci, ch’i mesürava l’öriu cu’ ina ciüma de gaglina», che in senso figurato raccomanda di essere attenti nelle decisioni.
A proposito di razionamenti: era anche consuetudine quello sul pane, che veniva affettato dal capo famiglia per tutti i commensali, in fette propriamente sottili. A volte i ragazzi, un po’ più avidi, facevano notare: «Pàire, végu Sciestru», ponendo la fetta ricevuta tra i loro occhi e la collina che sovrasta la Ventimiglia ottocentesca, verso tramontana.
L.M.
Tradizioni suggerite da Bruna Bianco [...]
Se volete potete raccontare tradizioni popolari che appartengono alle vostre comunità......
martedì 2 giugno 2009
Le tradizioni "storiche" nella quotidianità...........
5 commenti:
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Buona sera Roberta, se ci fosse ancora la saggezza dei nostri nonni penso che oggi si vivrebbe molto meglio. Continua a stuzzicare tuo figlio al risparmio, sicuramente non perdi tempo e se recepisce, sarà stato tempo speso bene. Buona vita, Viviana
RispondiEliminaCiò che noi siamo è il prodotto del nostro passato, delle usanze e dei modi dei nostri avi, che risalgono spesso a centinaia di anni addietro. Ogni nazione, ogni popolo ha le sue, che poi diventano particolari a secondo dei luoghi. Certamente, si può cercare di capire, nel complesso, nell’insieme, determinate caratteristiche di quella data gente, della loro forma mentis, del loro fare e disfare. Il tutto con le dovute eccezioni. Ancor meglio, a volte – ma non sempre – basta esaminare il loro passato religioso, l’influenza che questa ha avuto sullo loro vita. E mai, mai dimenticare da dove veniamo e chi siamo, mai dimenticare che siamo il prodotto delle decisioni di ieri, perché, alla fin fine, ciò che stiamo seminando sarà il frutto maturo di domani, quello che degusteranno i nostri figli, ma forse anche noi.
RispondiEliminaLa cultura popolare è importante, anzi direi essenziale per addentrarsi in una migliore ricerca storica. Per esempio, il buon Bloch, grande storico francese, insisteva che per capire le rivolte religiose francesi del XVI sec., bisognava indagare le varie provincie francesi, bisognava studiare la storia dettagliata della Vandea, e così via dicendo.
Il tutto senza criticare aspramente, senza giudicare gli avvenimenti (giacché il nostro metro è ben diverso), bisogna solo accettarlo così come ci è stato consegnato. Una felice serata.
Rino, in poche parole.
Nella mia zona, ma un po' in tutta la Puglia, c'è una grande ed ottima produzione di olio, che esportiamo ovunque. Sai, non conoscevo l' usanza che citi per utilizzare in maniera parsimoniosa l'olio. Tale abitudine era ottima anche per non ingrassare. Grazie per queste informazioni preziose.
RispondiEliminainsegnare a tuo figlio il risparmio è giusto. La sua generazione deve imparare, per il loro bene ad amministrare le risorse che abbiamo.
RispondiEliminaSempre molto belli i tuoi post.
Credo che i nostri insegnamenti siano fondamentali: i nostri figli assorbono le nostre parole, anche se mentre le diciamo a volte sbuffano...!!
RispondiEliminaCiao, ti auguro una buona giornata
Maria Rosa