Che a Isolabona ci fosse una sorgente di acqua solforosa lo sapevo, non ci sono mai stata perchè si trova in un luogo, lungo il torrente Nervia poco accessibile, nella zona che noi tutti ora chiamiamo "prati gonter".
Questo luogo è dove Fortunato Peitavino aveva la sua colonia naturista.
Dal punto di vista storico, di questa sorgente se ne parla in diverse epoche e le testimonianze sono riportate da diversi autori e raccolte in circostanze diverse.
Nel sito di Cultura Barocca, si cita questa sorgente come facente parte del culto delle acque:
GONTERI
«Fonte termale PROSSIMA AL CORSO DEL NERVIA un tempo celebre (e presumibilmente connessa al culto delle acque sacre e laustrali, specie se intermittenti ed a quello delle MADRI) nel territorio di Isolabona cui erano attribuite facoltà curative e che, secondo la tradizione e qualche ricerca, era collegata ad un "culto preromano delle acque"> come accadde per le acque del Cenischia, presso l'abbazia benedettina di S.Pietro di Novalesa, ritenute dalle qualità terapeutiche, la Chiesa, in relazione ad eccessi di ritorni religiosi pagani, procedette ad un rovesciamento cultuale sì da spargere la leggenda che nell'acqua (e parecchie erano in val Nervia le FONTI E/O SORGENTI connesse ad antichi culti) potesse celarsi un DEMONE TENTATORE» .
In una ricerca condotta da Cristiane Eluére, possiamo leggere un brano tratto dal libro “Voyage aux Alpes Maritimes” scritto nel 1821 da Emile Fodéré in cui si parla si adi questa sorgente che di quella di Pigna:
Una delle prime testimonianze letterarie dalle sorgenti d’acqua sulfurea della Val Nervia si trova nel libro “Voyage aux Alpes Maritimes” scritto nel 1821 da Emile Fodéré, professore di fisica e chimica dell’Università di Nizza. Descrive le sorgenti sulfuree di Isolabona e di Pigna:
«a una lega da Isolabona verso Pigna, nella località Gautè sgorga da una roccia, su 10 metri, attraverso dieci o dodici getti, una sorgente di questa natura lasciando molto zolfo sulle pareti. Quest’acqua mi sembra molto leggera. Fino ad adesso poco conosciuta, dovrebbe essere utile per i problemi di visceri e per le malattie della pelle abbastanza frequenti nella zona. E perciò ho raccomandato al Dr Gili di Isolabona che mi aveva accompagnato, di provarla. Lui l’ha fatto con molto successo. Sarebbe utile creare uno stabilimento termale in questo luogo piacevole e collegato con la strada a Nizza a dieci leghe da lì. Un altra sorgente della stessa natura, ma tiepida, sgorga con forza da una roccia scistosa e calcarea nerastra, sotto una volta accanto ad un frantoio, un quarto di lega dal borgo di Pigna, sui bordi dello stesso torrente Nervia: lascia grossi fiocchi grigi di zolfo che, depositati su un carbone ardente, dopo essere stati essicati, distribuiscono un vapore solforoso con una fiamma simile allo zolfo in bastoncini. Non l’ho analizzata»
Un'altra testimonianza è riportata nel diario di viaggio di Luigi Ricca dal titolo Viaggio in val Nervia del 1865. Nel breve passaggio si fa riferimento a questa sorgente, descrivendone le sue qualità curative. La cosa curiosa che emerge è il toponimo che viene usato, Al Cantéllo.
Luigi Ricca scrive:
«Sottostante Apricale trovasi Isolabona con 860 abitanti, distante tre quarti d’ora da Dolceacqua, del cui marchesato era una porzione. Possedeva un castello di cui scorgonsi ancora i ruderi. Al Cantéllo che dista pochi minuti dal luogo, rampolla una fontana solforosa, trovata, scrive l’Onetti, assai vantaggiosa nei mali cutanei, negli ingorghi viscerali dal celebre Fodéré e da altri chiarissimi medici»
Il Cantéllo è un toponimo che non è più uso a Isolabona.
L'ultimo riferimento a questa, l'ho trovato domenica facendo alcune ricerche, ho scoperto che nella biblioteca digitale di Google Internet Archive è stato digitalizzato il volume scritto da Issel Arturo scritto subito dopo il terremoto in Liguria del febbraio 1887,
«Acqua di Isolabona. — A circa due chilometri da questo comune del circondario di S. Remo, presso Bordighera, sulla via di Pigna, si trova una sorgente solforosa che scaturisce dalle fessure d'una rupe, lì. fresca e abbandona copioso sedimento di zolfo».
Ebbene anche in questo volume si parla della nostra sorgente:
Se siete interessati alla sua lettura, cliccate qui, non ne resterete delusi.
Come detto all'inizio la zona dove si trova la sorgente non è facile da raggiungere, perché il fiume è distante parecchie decine di metri sia dal vecchio sentiero che dall'attuale strada carrozzabile.
Il fatto che venga citata da studiose dell'ottocento mi fa pensare che un tempo questa zona era praticata, che quest'acqua aveva una certa importanza, un'importanza che ora ha perso.
E se la rivalutassimo?
È un bene naturale del nostro territorio!
Se trovi degli sponsor potresti metter su tu un piccolo stabilimento termale :-)
RispondiEliminaNel suo libro “Storia del Marchesato di Dolceacqua” la cui prima edizione è datata 5 agosto 1862 seguita nel 1902 da una seconda edizione, Girolamo Rossi riporta alcune informazioni sulle risorse idriche della valle del Nervia ed in particolare sulle acque termali, ovvero l’acqua minerale di Pigna e quella di Isolabona. Della prima sorgente, già allora famosa perché già esistente uno stabilimento termale citato nel libro, il Rossi fa una descrizione abbastanza estesa, mentre sulla seconda riporta solo poche righe che ricopio testualmente “La seconda sorgente d’acqua minerale spicca a due chilometri circa da Isolabona, in una località appellata Gontè; ed essa pure come sopra analizzata, si trovò contenere zolfo, calce, carbonato di calce e muriato di soda, per cui fu raccomandata nella ostruzione dei visceri e nelle malattie della pelle”.
RispondiEliminaQuesta sorgente era comunque già stata descritta all’inizio del 1800, per la precisione nel 1827 da Paganini nel suo “Notizia compendiata di tutte le acque minerali e bagni d’Italia”.
Nel libro del Rossi si trova anche notizia del fatto che la portata delle acque termali di Pigna si ridusse sensibilmente a seguito del terremoto del 1887. Relativamente a questo evento non dice niente riguardo alla sorgente di Isolabona che forse potrebbe aver subito la stessa sorte (sarebbe interessante appurarlo).
"Una delle prime testimonianze letterarie dalle sorgenti d’acqua sulfurea..." dice bene l'amica Chritiane, non di acque solforose si tratta, ma sulfuree, donde la caratteristica puzza di acido solfidrico.
RispondiEliminaAssieme a Christiane in occasione della mostra sull'acqua, mettemmo in piedi un numero speciale della "Gazzetta di Isolabona" che per l'occasione divenne la "Gazzetta di Pigna", da cui poi trassi alcuni articoli che divennero queste pagine web, da dove credo hai scaricato il testo. QUI potete scaricare la Gazzetta.
@alberto, ieri sera quando ho scritto il post mi sono dimenticata di mettere il link a terraligure, sito dove già tempo fa avevo letto l'articolo di Cristiane. Sai benissimo che l'ho sempre fatto;))
RispondiEliminaPer quanto riguarda l'acqua se è sulfurea o solforosa non te lo so dire, ci andrebbe un'analisi, sai il naso a volte gioca brutti scherzi...
ho scritto solforose perchè solo nell'articolo di Cristiane sono definite solfuree.
Comunque l'intento di questo post è quello di riscoprire un luogo sito sul nostro territorio e, mi sarebbe piaciuto che tu, lo integrassi con tue testimonianze.
Questo luogo, per le persone della generazione di mia suocera, era una tappa fissa quando avevano problemi all'epidermide, vi si recavano in molti...e adesso?
...le nuove generazioni non sanno neanche della sua esistenza, della sua storia.
@luciano, grazie per il tuo commento.
RispondiEliminaIl libro che ho segnalato di Issel Arturo, studia anche le variazioni delle fontane presenti sul territorio, è molto interessante, se non l'hai ancora sfogliato fallo perché merita davvero!
deve essere un posto meraviglioso....buona serata
RispondiEliminaCiao Roberta,bello questo post,questi luoghi sono molto belli e ricchi di magia.
RispondiEliminaBuona serata.
Un bacino.
Informazioni molto interessanti anche per i diversi riferimenti citati.
RispondiEliminaQuando avrò un po' di tempo, approfondirò visitando link segnalati. Mi piacciono molto queste notizie.
Ciao, Rob.
Ogni volta che vengo da te trovo qualche piacevole sorpresa, come questa!
RispondiEliminaCiao Roberta, buona serata.
ciao buona giornata.
RispondiEliminaquando leggo questi messaggi mi pento di aver scritto di getto questi versi ,penso di aver aperto qualche ferita e chiedo scusa ....
RispondiEliminaun abbraccio forte forte la tua amica Marianna