Quella che vedete è un esemplare conosciuto con il nome di Melo Carlo, Pirus malus finariensis. È diffuso nella zona del finalese della quale è originaria. Il frutto fotografato è stato raccolto questo pomeriggio in una campagna di famiglia. La storia legata a questa varietà di mela è veramente sorprendente.
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Il nome Carlo deriva da Re Carlo III che amava questa varietà di mela tanto che ogni anno gli veniva spedita una feluca piena di questo frutto. Le prime fonti scritte di questa varietà ci arrivano dal botanico Giorgio Gallesio che, negli anni compresi tra il 1817 e il 1839, scrisse e pubblicò il testo di pomologia “Pomona italiana ossia trattato degli alberi fruttiferi” . Su questo testo viene indicata la distribuzione di questa pianta che era limitrofa alla zona del finalese, non sulla costa ma nel primo entroterra; inoltre questa varietà tramite talee ed innesti all'epoca era stata “donata” in vari esemplari a esponenti aristocratici di spicco quali il Re di Spagna Carlo III, S. A. I. l'Arciduca Ranieri di Vienna ed ad altri centri di studio italiani e non. Gallesio narra anche di incontri parigini con altri pomologi che definiscono la Mela Carla la migliore delle varietà all'ora conosciute. Continua a leggere [...]
Come non condividere questo giudizio? Il gusto di questa mela è inconfondibile, inimitabile e sicuramente non paragonabile a quelle acquistate sui banchi dei mercati ne dei grandi magazzini. Mi piacerebbe sapere, tramite voi che mi leggete dalle diverse regioni italiane, se questa mela è presente anche nelle vostre campagne.
Non sono molto appassionato di mele... so solo che al mercato c'è solo una piccolissima fetta dell'enorme varietà di mele che esistono in natura.
RispondiEliminaMelo Carlo o "mera carla" ? Quest'ultima è delicatissima anche se poco commerciabile.
RispondiEliminaIo le vado a rubare a Giuliano de Scinà.
forse è l'unica varietà che avevano i nostri avi. ricordo che da piccola mangiavamo solo queste mele, molto buone, ma tanto delicate perchè si ammaccavano facilmente. mio nonno, per trasportarle a casa,a dorso di mulo, le metteva in grosse gerle foderate di fieno. che nostalgia!
RispondiElimina@fuin, anch'io, fino a ieri sera, le ho sempre chiamate mele Carla ma ricercando notizie ho scoperto il loro vero nome, che è maschile. Questo è un altro esempio di come nell'arco dei secoli i nomi vengano storpiati o modificati, ricercarne il motivo è una strada tutta in salita!
RispondiEliminaSai che non mi sono mai interessato nel conoscere le varietà di mele endemiche delle nostre zone? E pensare che mi piacciono i sapori di una volta.
RispondiEliminaBuona serata.
Rino.
se guardo la foto sembra proprio le mele che ho avuto la fortuna di trovare nella fattoria dove compro il latte....praticamente regalate, mi sono piaciute tantissimo. Non so però se sono davvero le stesse...le mie sono un po' asprigne e sugose!
RispondiEliminaMi ricordo che oltre alla Carle c'erano anche le mele ciäte, quelle brüte bone quelle duçe (forse è questa di cui parlai).
RispondiEliminaPer il genere, maschile o femminile, la cosa mi sembra semplice. Il Melo Carlo è l'albero, la Mela Carla il frutto, come avviene per quasi tutte le piante (il fico è un'eccezione). QUI è chiaro, e QUI l'articolo completo.