Domani sarà il 17 marzo e in tutta Italia verrà ricordato il 150° dell'Unità Nazionale. Un personaggio dei nostri luoghi che merita un ricordo è sicuramente Giuseppe Biancheri di Ventimiglia. Per questo politico, che nel corso della sua attività ha ricoperto posti importanti come ministro e presidente della camera del parlamento italiano, la Provincia di Imperia - Assessorato alla Cultura - su delega della Regione ha contribuito alla realizzazione di un sito che ha lo scopo di promuovere il ricordo e l'operato di questo personaggio. La Fondazione Biancheri, questo il nome del sito, è ricca di documentazione storica, per tutti coloro che vogliono approfondire questo personaggio, consiglio una visita.
Molte delle sue carte sono ancora conservate nella sua casa ventimigliese dove, i discendenti, hanno allestito una sorta di museo che apre volentieri le porte a visite di privati e scolaresche.
Il 5 maggio dell'anno scorso pubblicai un post dedicato alla spedizione dei garibaldini, l'amico Giacomino Rodini, mi fece consultare il libro scritto da Garibaldi considerato da qualcuno uno scomodo e polemico libro dell'Eroe dei due mondi, l'ho trovato interamente digitalizzato in rete qui la presentazione dell'opera mentre qui i capitoli. Qui invece potrete leggere i nomi di tutti i garibaldini che partirono il 5 maggio da Quarto. Prima di salutarvi una piccola mia considerazione, c'è una frase di Massimo d'Azeglio che mi frulla spesso in testa questa:
"L'italia è fatta, ora dobbiamo fare gli italiani", credo che di strada da fare ne rimanga molta.
Questo periodo storico è sempre stato un mio "pallino", la sorte volle che durante la maturità, nel lontano 1984, capitò tra i titoli dei temi della prova di italiano quello di storia dedicato proprio all'Unità Nazionale, superfluo dirvi che scelsi proprio quello, fui l'unica in tutta la scuola.
Aggiunta del 17 marzo/2011. Ieri sera mentre scrivevo ho commesso un grave errore, ho citato il Cavour mentre la frase è di Massimo d'Azeglio
Provvedo alla correzione.
Di seguito potrete leggere una breve nota biografica, tratta dal sito della Fondazione Biancheri.
Giuseppe Biancheri è nato a Ventimiglia (IM) il 2 dicembre 1821 ed èmorto a Torino il 26 ottobre 1908.
Immagine reperita sul sito della Fondazione Biancheri
Dopo aver frequentato a Monaco una scuola di indirizzo pratico-commerciale, si iscrive all'Università di Torino e si laurea in giurisprudenza nel 1846.
Nel corso delle legislature V, VI e VII è eletto nel collegio di Ventimiglia, nel Parlamento Subalpino siede a sinistra e si schiera contro il trattato di alleanza con la Francia e l'Inghilterra in vista della guerra di Crimea. Nelle successive legislature (dalla VIII alla XIV è eletto nel collegio di Sanremo, nel quale era stata incorporata la sua città natale) attenua l'iniziale intransigenza antigovernativa ed il suo voto, in occasione del dibattito della cessione di Nizza e Savoia alla Francia, teso solo ad evidenziare gli aspetti tecnici del problema, segna una sostanziale adesione all'azione politica del Cavour.
Nel 1864 ha occasione, come componente della commissione d'inchiesta sulle ferrovie meridionali, di far emergere le sue indubbie doti di mediatoreche gli consentono, negli anni seguenti, di far parte delle più importanti commissioni parlamentari.
Dopo essere stato nel II ministero Ricasoli ministro della Marina dal febbraio all'aprile 1867, il 12 marzo 1870 viene eletto in ballottaggio alla presidenza della Camera superando per 27 voti Cairoli, candidato della Sinistra, e resta in carica ininterrottamente, sempre riconfermato, per tre legislature sino al 21 novembre 1876, quando cade il mandato a Crispi. Nel marzo dello stesso anno, in occasione della caduta della Destra, aveva conseguito un notevole successo personale, vedendo respingere dall'Assemblea le sue dimissioni. Dal 1882 in poi rappresenta il collegio unico della provincia di Porto Maurizio e viene eletto anche ad Oneglia e ad Empoli nel 1874. Continua a leggere
Roberta scusami se non leggo
RispondiEliminae che ho minuti contati.
Leggerò con calma questa sera.
Un abbraccio tricolore.
Auguri Italia e agli italiani.
Ciao.
Ieri sera, nel palazzo di Biancheri che adesso è abitato da una sua discendende, la baronessa, c'è stata una festa con una settantina di invitati. E si sono anche pappati una gigantesca torta dedicata a Mazzini. Erino, che è il marito della baronessa e anche mio amico mi aveva invitato, ma sono inchiodato fino a domani in questa umidissima Milano. E comunque quel salone che è rimasto intatto come cent'anni fa devo fotografarlo al più presto.
RispondiElimina@Alberto, Erino aveva invitato anche me, ma proprio non ci sono riuscita...
RispondiEliminaAuguri, Italia!
RispondiEliminaNel mio post precedente faccio gli auguri ad Ines, vieni.