Venerdì 8 aprile è apparso su Il Secolo XIX a firma dell'amico Giuseppe Palmero, un articolo dal titolo I tesori della chiesa romanica nel territorio di Isolabona. Essendo stato venerdì il mio compleanno, ho detto a Giuseppe che è stato uno dei più bei regali ricevuti. Nell'articolo ci vengono spiegati quelle che sono le caratteristiche della chiesa dedicata a San Giovanni Battista dal punto di vista architettonico, collocando la sua costruzione tra l'XI e XII secolo. Questa chiesa è da annoverare tra le più antiche che si trovano nell'estremo Ponente Ligure. Il vero pregio di questo edificio, continua Palmero, è dato dalla presenza di un affresco anonimo conservatosi in maniera notevole se si considera che da oltre cinque secoli è esposto alle intemperie. La scena raffigurata è quella tradizionale in cui San Giovanni Battista battezza Cristo con l'acqua del Giordano. L'affresco contiene altri elementi significativi ad esempio, un nitido paesaggio sullo sfondo diviso in due parti, la composizione bilanciata, la monumentalità classicheggiante delle pose, l'uso dei colori tenui e sfumati, elementi che permettono di individuare in quest'opera i canoni del Leonardismo. Questo fenomeno pittorico si sviluppò grazie ai maestri lombardi. Arrivò fino all'estremo Ponente Ligure dalla vicina Savona. Questo stile ebbe vita breve infatti, iniziò nei primi anno del XVI secolo e scomparve poco dopo 1525.
Articolo scritto dal Prof. Giuseppe Palmero |
Ieri pomeriggio ho scattato alcune fotografie all'affresco, ve le propongo in tutta la loro bellezza. Prima di salutarvi una mia piccola considerazione, spero che questo affresco possa in tempi vicini, trovare il modo di essere conservato per poter essere visibile anche a chi verrà dopo di noi. Qualcosa si sta muovendo. Grazie Giuseppe.
sono abbastanza visibili, ma dopo un restauro, li potremo ammirare nel loro splendore. speriamo si faccia, però! comunque il viso di Cristo è molto bello ed espressivo!
RispondiEliminaSperiamo che sia possibile fare almeno il restauro dell’affresco, ma come ebbi occasione di dirti il problema più grande sono le risorse economiche necessarie, tuttavia non disperiamo. Dobbiamo essere consapevoli che il patrimonio di cui siamo eredi è un bene di tutti, ed è quindi giusto mobilitarci per la sua salvaguardia non pensando che questa sia sempre e solo compito degli altri.Questo è lo spirito con il quale Asso Lab StArT AM, l’associazione culturale che ho l’onore di presiedere e di cui Giuseppe Palmero è il direttore scientifico, ha deciso di sostenere questa causa stimolando ma principalmente supportando per quanto ci sarà possibile gli enti preposti. Cercheremo di percorrere tutte le strade possibili e speriamo con il supporto di tutti di avere successo.
RispondiEliminaLuciano, speriamo di trovare le risorse sufficienti perché si possa effettuare il restauro. Parlarne è già un inizio. Un grazie particolare a Te.
RispondiEliminaSono contento che la questione dell'affresco sia venuta alla luce e spero si arrivi a risultati concreti. Non fosse altro perché sono io che ho cominciato a smuovere le acque facendo girare per il paese, l'estate scorsa, il primo piano di Gesù con i colori saturati, come forse erano quando furono dipinti più di cinquecento anni fa.
RispondiEliminaQuesta zona, in particolare la Val Nervia, continua a riservare grandi ed egregie sorprese di ordine storico. Ed artistico.
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