L'uomo che vive in città ha preso l'abitudine di aprire il rubinetto e servirsi di quanta acqua vuole, senza essere consapevole del miracolo che sta dietro questo elementare gesto. Tornare ad essere consapevole dell'origine dei miracoli è un modo di stare al mondo. Un miracolo è una sorgente d'acqua zampillante tra le pietre, l'acqua che sgorga dalla terra, ai piedi di una montagna, un ghiacciaio che si scioglie, una pioggia che cade al momento giusto, un bicchiere d'acqua posato sulla tavola o un'acqua che lava il corpo e rinfresca lo spirito, ecco dove sta il miracolo. Dalla semplicità del mondo e dai suoi elementi nascono le gioie più grandi ed i valori più essenziali.
Belle immagini Roberta, e belli anche gli archi che sorreggevano l'antico "beo" che, come in tanti altri casi in val Nervia, doveva alimentare qualche vecchio molino.
RispondiEliminaParole sante e immagini di pura bellezza!
RispondiEliminaL'acqua come bene comune, ma certo: per questo non va privatizzata, ma rispettata sì e molto!
RispondiEliminaImmagini di suggestiva bellezza Roberta, grazie.
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RispondiEliminal'acqua che scroscia, che scorre, che zampilla... è musica sacra, è vita!
RispondiEliminaQuanta acqua sprechiamo: ogni italiano ne consuma al giorno 250 litri, mentre nei paesi poveri se ne fanno bastare 20 litri, quando gli va bene.Senza contare quella sprecata per produrre cibi che poi si gettano via.
RispondiEliminaCiao Roberta.
Ricordo ancora il prof. del liceo quando ci spiegava il verso Laudato si', mi Signore, per sor'Acqua e specificava che non si trattava quella che usciva dal rubinetto, ma per esempio quella che veniva tirata su a mano con un secchio dal pozzo.
RispondiEliminaMi viene la nostalgia di questa acqua, di questo lago dove facevamo il bagno quando c'erano ancora le vecchie terme.
RispondiEliminaNon lasciamo aperto il rubinetto, mentre ci laviamo i denti...
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